Alessandra Chi?

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Luciana Si Fa Bella

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Un pomeriggio d’autunno di svariati anni fa, un mio amico, all’anagrafe Iurino Alessandro, mi regalò un’edizione tascabile de “L’interpretazione dei sogni” di S. Freud.

Credo di averlo letto solo fino a metà perché, man mano che provavo ad appuntare quello che ricordavo dei miei sogni, in un disperato impeto di auto psicanalisi, mi perdevo in inutili tribolazioni mentali oppure mi convincevo sempre più di essere una pervertita quindi, lontano dagli occhi, lontano dal cuore, custodito ancora nella mia libreria resta là e là finirà i suoi giorni.

Sennonché, mi accade da un bel po’ di tempo di non fare un sogno decente: sogno di essere uccisa, rapita, inseguita, risucchiata da un vortice marino, morsa a morte da un pastore tedesco (canide), di essere assaltata da ragni, di essere umiliata pubblicamente…e chi ne ha più ne metta.

Non dico che ho voglia di ricimentarmi nell’auto psicanalisi onirica attraverso Freud ma mi sto concentrando molto nel tentativo di ricordare dettagli anche perché, se mai non ne dovessi venire a capo, potrei comunque scrivere un racconto dell’orrore (come quelli del famoso “Zio Tibia”) o trovare dei numeri nascosti da giocare al lotto (anche se, per esperienza, so per certo che se sogno dei numeri che, ad esempio, mi dice in sonno la buonanima di mia nonna, in realtà vuol dire “gioca tutti i numeri che vuoi, tranne questi!”).

Or ora, però, mi è appena tornata alla mente una cosa fondamentale che credo possa rappresentare la chiave di lettura di tutto, del sogno e della vita.

Guardavo un servizio sulla morte del caro Raimondo Vianello in una trasmissione televisiva al femminile…una specie di rotocalco…credo fosse Studio Aperto. Bene, durante il filmato del funerale, per un breve istante, l’affranta Sandra Mondaini, impallata nella ripresa, sembra una testa montata sulla bara del marito. So che la cosa può sembrare un po’ macabra e dissacrante a dirsi ma non è colpa mia, è stata mia madre a notarlo ed effettivamente c’erano gli elementi a giustificare la sua osservazione.

Mi è, dunque, tornato alla mente un giocattolo altrettanto macabro che avevo da bambina: “Luciana si fa bella”.

“Luciana si fa bella” era un gioco per bambine grazie al quale le stesse bambine che fino a quel momento avevano distrutto gli ombretti e i rossetti delle loro mamme, avevano finalmente dei trucchi tutti loro con i quali poter truccare non solo loro stesse ma anche la fantomatica Luciana.

Fin qui niente di strano.

Ora mi accingerò a descriverla perché purtroppo non ho trovato foto in rete.

Luciana era una testa di donna bionda e caucasica a grandezza naturale, tipo una grande Barbie, montata su un lavandino di plastica blu. Cioè un lavandino con la testa. Un lavandino con la testa rotante.

Riempito il lavandino d’acqua, attraverso una pompetta montata al posto della piletta di scarico, si poteva fare lo shampoo a Luciana, le si poteva mettere i bigodini (già in dotazione con la “ragazza lavandino”), le si poteva asciugare i capelli perché Luciana, a casa tua, arrivava full optional, e, infine, potevi truccarla.

Che razza di sogni può fare una persona che si è affacciata alla fanciullezza con un lavandino con la testa?

Non voglio neanche entrare nel merito del messaggio subliminare lasciato tra le righe alla povere, ignare bambine (Diventa shampista! diventa shampista! diventa shampista!) ma non credo sia un caso che in rete la cosa non sia documentata. Anzi, credo anche che abbiano cercato, negli anni, di cancellare il ricordo di cotanta mostruosità dalle menti di tutte le bambine a botte di Sbrodolina, My Love e altre sdolcinate diavolerie, ma con me non ci sono riusciti.

E ora sogno le cose brutte.

3 Risposte

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  1. ti ho regalato quel libro? era autunno?
    Non me lo ricordavo proprio. Me ne vergogno un po’(di non ricordarmelo, non di avertelo regalato).

    p.s. ebbene sì, anche dagli States hai un lettore del tuo blog. Ciao

    Alessandro

    aprile 17, 2010 at 7:33 PM

    • Grande Iurinooo…sì era autunno e stavamo al parco. vabbè non mi ricordo cosa ho mangiato a pranzo ma le cose di 15 anni fa le ricordo tutte.

      alessandrachi

      aprile 17, 2010 at 7:36 PM

  2. bello,bello ma il messaggio subliminare “Diventa shampista! diventa shampista! diventa shampista!” è eccelso!

    NicoilFico

    aprile 17, 2010 at 10:49 PM


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