Alessandra Chi?

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La Parabola Del Piccione Necrofilo

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Tratto da fatti di cronaca realmente accaduti. A causa dell’entità dei contenuti, si consiglia la lettura a maggiori di 18 anni e a soggetti non strettamente imparentati con l’autrice.

 

Dalla lettera di Rosmara apostola a Missquittie:

Oggi sai cosa mi ha detto il ginecologo? Che le trentenni single sono viste dai maschi come pezzi da ricambio, avanzi dei precedenti rapporti, insomma totalmente privi di sex-appeal…a livello di depressione! E gli ho dato pure 110 euro!

 

Caro dottore della Patata,

innanzitutto vorrei puntualizzare che siamo tutti avanzi di precedenti rapporti, sia che si parli di uomo, sia che si parli di donna, il che ci rende più forti perché siamo tutti dei sopravvissuti.

Certo, è vero che l’approccio rispetto a un derelitto cambia a seconda dei sessi giacché la visione del derelitto uomo, in una donna, innesca il desiderio di travestirsi da Crocerossina o Madre Teresa; per un uomo, effettivamente, è un po’ diverso poiché le derelitte le va scansando ma, siccome loro sono più veloci di lui, alla fine, scambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia.

In secondo luogo vorrei dirle, con immenso ribrezzo, che la sua triste affermazione perde di validità se la si considera pronunciata da un uomo, presumibilmente sulla sessantina, che in passato, con lo scopo di avere a che fare con delle vagine, ha dovuto specializzarsi in ginecologia. E si fa anche pagare per questo, quando, da che mondo è mondo, avviene il contrario!

Un uomo non dovrebbe mai essere un ginecologo perché il corpo di una donna non lo capirà mai fino in fondo, nella stessa misura in cui una donna non dovrebbe essere androloga.

E guardi, caro il mio dottore, che il mio malcontento non è frutto di un mero preconcetto bensì di esperienza di vita vissuta: un’androloga uccise mio nonno.

Il mio nonno materno si recò in ospedale per un’infezione alle vie urinarie. Gli fu detto di spogliarsi e di aspettare l’arrivo dell’andrologo ma, non appena venne a sapere che l’andrologo in questione era una donna, si agitò così tanto che morì d’infarto sul colpo.

Quindi no, non approvo a monte la sua professione.

In terzo luogo, per farle capire fino in fondo dove voglio arrivare, mi sembra indispensabile raccontarle “La parabola del piccione necrofilo”.

In un pomeriggio di fine Aprile, costeggiando la recinzione del Parco 2 Giugno, noto polmoncino verde della città di Bari, due amiche chiacchierano allegramente allorché un tonfo interrompe i loro racconti: un piccione cade morto stecchito da una cassetta di derivazione elettrica.

Entrambe le amiche restano attonite e, al contempo, intristite dall’accaduto soprattutto perché l’amico piccione del defunto, con lui appollaiato fino all’ultimo vitale respiro sulla cassetta già citata, aveva cominciato ad annusare e a ronzare intorno al cadavere quasi impegnato in una danza funerea.

<Uh! Poverino! Guarda, soffre per l’amico morto!> esclama una delle due ragazze mossa da un impeto di comprensione profonda, come Heidi avrebbe detto a Peter, stringendo a sé Fiocco Di Neve mentre tutte le altre caprette le facevano -ciao!-.

E invece no.

Con grande sorpresa, il piccione compie un balzo sul cadavere, disteso a pancia all’aria sul marciapiede, e comincia a montarlo. Senza ritegno né rispetto.

In quell’istante è stato come se le Alpi svizzere fossero state inghiottite in un girone infernale e, nel cercare conforto nel fidato amico Peter, Heidi voltandosi avesse visto, con infinito orrore, Peter intento a profanare il pertugio di Fiocco Di Neve (che aveva una vaga e insolita somiglianza con Charlotte Gainsbourg), mentre tutte le altre caprette le fanno -mai sia!- portandosi entrambi gli zoccoli anteriori alla bocca!

Credo fermamente che per capire noi stessi, dovremmo osservare e cercare di imparare dagli animali perché è attraverso loro che siamo in grado di identificare tipologie comportamentali estendibili alla natura umana.

Ad esempio, la gatta si finge morta per cacciare gli uccelli dando origine allo stereotipo della “gatta morta”; la “gazza ladra” ti ruba qualsiasi cosa luccichi; la “iena ridens” ridacchia con le compagne prima di sottrarti la preda, dopo che hai compiuto la parte più faticosa del lavoro, e se si tratta di una  vera “iena ridens d.o.c.”, riderà anche dopo averla presa e ancor più di gusto; l’“avvoltoio” si fionderà sui tuoi avanzi ancor prima che tu abbia avuto il tempo di posare la forchetta nel piatto; il “cane amico dell’uomo” sta lì devoto ad aspettare che gli lanci un osso; e, per finire, il “piccione necrofilo” ti fotterà fino a quando il tuo sangue non sarà ancora caldo.

Beh, caro dottor Patata, io dico che se un piccione può provare piacere nel montare un cadavere, una trentenne, quarantenne o chicchessia avrà sex-appeal per qualcuno.

Nel frattempo, meglio urinare sugli alberi e strofinarsi la schiena come gli orsi al fine di marcare il territorio. Non si sa mai.

Con questo, colgo l’occasione per porgerle i miei più cordiali saluti e per dirle -si fotta!-.

Alessandra Chi?

Written by alessandrachi

aprile 23, 2010 a 2:45 PM

4 Risposte

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  1. Buahahahaha… fantastico!

    Ugo

    aprile 23, 2010 at 3:57 PM

  2. Questo articolo e veramente interessante

    roulette online

    Maggio 14, 2010 at 6:41 am

  3. scoperta oggi, brava, cinica al punto giusto, così ci vogliamo noi “femmine”

    charlotte

    gennaio 8, 2011 at 11:09 am


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